Un deficit di quasi 230 milioni di metri cubi d’acqua tra 2021 e 2022

Un articolo di Filippo Gavazzoni sugli andamenti idrografici del lago di Garda

MERCOLEDÌ 16 NOVEMBRE 2022 Questo articolo ha più di 1 anno

Filippo Gavazzoni, Vice Presidente della Comunità del Garda ed Assessore del Comune di Peschiera, ha pubblicato sul suo sito un interessante approfondimento, che qui riportiamo, sull’andamento idrometrico del lago di Garda a partire da un confronto tra i livelli dell’acqua nel periodo estivo degli anni 2021 e 2022.

I dati e le immagini raccontano in modo particolare la situazione verificatasi a Sirmione, dove il calo idrico della scorsa estate, maggiore rispetto a quello dell’anno precedente, ha fatto affiorare in modo vistoso i lastroni di roccia della Spiaggia Giamaica.

Un evento che la stampa e i media hanno affrontato con toni a tratti sensazionalistici. I dati analizzati da Gavazzoni presentano però un quadro più articolato ed aprono a prospettive diverse.

“16 agosto 2021 vs 16 agosto 2022.
Queste sono due immagini del satellite europeo Copernicus, il Sentinel-2, scattate a distanza di un anno esatto l’una dall’altra. Cosa si nota? Rispetto la foto di sinistra, in quella di destra mancano nel Lago di Garda ben 85 cm di livello idrico, equivalente a circa 229.500.000 metri cubi di acqua. Il 16 agosto scorso eravamo infatti a +29 cm sopra lo zero idrometrico, rispetto i +114 cm del 2021. Una differenza notata anche dalle foto satellitari, evidente soprattutto nell’estremità nord della penisola. E’ li che le rocce emerse riflettono quel colore marron chiaro che stacca, cromaticamente, rispetto il riflesso blu e turchese dell’acqua quando le ricopriva.

Sirmione, vuoi per la sua collocazione e conformazione rocciosa in grado di enfatizzare visivamente il calo idrico, è diventata l’emblema mediatico della crisi idrica gardesana. Ma la sua bellezza, a mio parere, è tale da non temere alcun contraccolpo… anzi, chi ha cercato di denigrare il Lago di Garda per la crisi idrica, mostrando la secca a Sirmione, ha certamente ottenuto, come un boomerang, l’effetto opposto. Il Lago di Garda, secondo i livelli indicati direttamente dal lettore idrometrico all’Edificio Regolatore, ha raggiunto comunque il suo minimo stagionale il 21 ottobre scorso, toccando i +22 cm sopra lo zero. Ora stà lentamente crescendo. Siamo oggi infatti a +35 cm e la speranza è che, entro aprile 2023, ovvero all’inizio della stagione irrigua, il Garda abbia recuperato un buon volume idrico.

C’è giustamente chi si chiede se possa essere possibile un recupero in così poco tempo. Teoricamente si.
Giusto per fare un esempio pratico: nel 2003, precisamente il 18 e 19 ottobre, il Lago raggiunse un minimo davvero eccezzionale: +9 cm sopra lo zero. 6 mesi dopo, nell’aprile del 2004, complice chiaramente un meteo favorevole, il Garda fu in grado di sfiorare il suo massimo invaso, raggiungendo i +137 cm sopra lo zero. Quindi esiste la possibilità di un buon recupero idrico per la prossima stagione.

Probabilmente si è “speculato” troppo sui livelli del Lago di Garda, attraverso un’informazione spesso più sensazionalistica che realistica, soprattutto dalla stampa estera.
A me piace però guardare i numeri e i ricorsi storici. Per questo ho pubblicato varie volte notizie basate su dati reali, ufficiali e verificabili, nella speranza che un problema oggettivo, ovvero il calo idrico in relazione alla mancanza di precipitazioni, non venisse distorto e ingigantito oltre la sua reale portata. Mi piace però anche guardare e ricercare il lato positivo delle cose. Si dice spesso che “non tutto il male vien per nuocere”.

Quindi forse, il clamore mediatico riservato al Lago di Garda, ha probabilmente acceso i riflettori rispetto le esigenze gardesane, del suo habitat e del suo “oro blu”. Ora, con la derivazione in uscita dall’Edificio Regolatore fissata al minimo, ovvero 14 mc/s, non ci resta che sperare in un proseguo di stagione in grado di portare, gradualmente, acqua e soprattutto neve”.

Leggi l’articolo sul sito di Filippo Gavazzoni